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Ritrovamento dei marmi di Ascoli
Satriano
Un caso unico nel panorama dell’archeologia della Magna Grecia di età
tardo-classica. 11 marmi dipinti, provenienti da una tomba del IV
secolo avanti Cristo nel territorio di Ascoli
Satriano,
trafugati nel 1978, in parte emigrati e poi restituiti, in parte
sequestrati e poi dimenticati, oggi riscoperti ed esposti al pubblico.
La storia del ritrovamento dei preziosissimi marmi ha inizio nel maggio
2006, quando – nell’ambito di un procedimento penale relativo al
commercio internazionale clandestino di reperti di scavo – i carabinieri
del Comando Tutela Patrimonio Culturale rintracciano nei locali del
Museo Civico di Foggia un gruppo di oggetti sequestrati dalla Guardia di
Finanza nel lontano 1978 e li trasferiscono a Roma mettendoli a
disposizione della magistratura. All’origine dell’azione investigativa,
le dichiarazioni rilasciate anni addietro da un uomo che aveva ammesso
di aver partecipato quasi trent’anni prima a un
fortunatissimo scavo clandestino nel territorio dell’antica
Ausculum, l’odierna Ascoli
Satriano.
Bottino dell’impresa: un gruppo raffigurante due Grifi che dilaniano un
cerbiatto, venduto poi ad un museo americano, e una serie di altri
oggetti sequestrati in seguito dalla Guardia di Finanza di Foggia. Di
qui, la ripresa del fascicolo processuale aperto nel 1978, quindi il
ritrovamento dei marmi
dimenticati, il loro
affido
al laboratorio di restauro romano della Soprintendenza Speciale per i
Beni Archeologici di Roma e la conseguente scoperta dello straordinario
valore dei reperti. Ultimo atto della vicenda, la restituzione nel 2007
di due fra i pezzi più pregiati (valutati circa dieci milioni di
dollari) da parte del J. Paul
Getty Museum di
Malibu che li aveva acquistati. Le indagini condotte dopo la restituzione hanno permesso di ricollegare fra loro tutti i reperti e di
ipotizzarne un’unica provenienza da un contesto funerario
dauniodella
seconda metà del IV secolo avanti Cristo. Si tratta di oggetti da mensa
di rara bellezza destinati come corredo funebre alla tomba di un
personaggio di alto rango. La loro originalità risiede tanto nella
pregevole realizzazione in marmo cristallino e trasparente (scavato in
galleria nell’isola di Paro) quanto nella variegata gamma di colori
delle decorazioni.